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Squid Game – Le crudeltà del gioco

Il vero Squid Game non è sul campo da gioco, ma nella vita quotidiana di ognuno di noi. Se trasgredisci le regole, MUORI.

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Titolo: Squid Game (오징어게임)

Regia: Hwang Dong-Hyuk

Serie: 9 puntate distribuite sulla piattaforma Netflix

Trama: narra la storia di 456 persone che rischiano la vita in un mortale gioco di sopravvivenza, che mette in palio 45,6 miliardi di won, pari a circa 33 milioni di euro.

Analizziamo Squid game

Incuriosita, avendo letto della serie di Netflix Squid Game, ho deciso di guardarla. Dire che mi è piaciuta è un eufemismo. Mi ha subito appassionata e coinvolta nella visione, al punto da non riuscire a interromperla. Le critiche e i messaggi riguardanti questa produzione sono diversi e di ampio spettro; quindi, è stato difficile avere un quadro chiaro inerente alla storia; tuttavia, quanto segue corrisponde alle mie osservazioni.

Questa avvincente e angosciante storia nasce dalla mente del creatore/regista Heang Dong-hyukh, che ha utilizzato molti elementi della sua esperienza personale, per rivelare la cruda realtà degli attuali problemi socioeconomici della Corea del Sud, problemi che riverberano sui nostri in Occidente. Lo scenario realistico, in maniera assolutamente agghiacciante, rivela la soffocante verità del capitalismo sudcoreano, mentre i protagonisti lottano contro lo sfruttamento di cui sono vittime.

Dopo un’iniziale impennata finanziaria nel dopoguerra, la Corea del Sud è oggi lo Stato asiatico con la più grave disparità economica. È un Paese con una disoccupazione di massa giovanile, con un’economia gestita da un gruppo di aziende prestigiose, che soffocano i cittadini con i più alti livelli di pressione sociale. In coreano esiste persino una frase che descrive l’atto di prendere in prestito denaro, nel tentativo di raggiungere lo stesso benessere economico della generazione precedente.

La pandemia di Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Il governo ha infatti snellito la regolamentazione sui prestiti, consentendo ai giovani di accedere facilmente a ingenti quantità di denaro, causando una drastica impennata dei livelli di indebitamento. Non è un caso che la Corea del Sud sia uno dei maggiori mercati di criptovalute!

In questa serie i giocatori sono tutti soffocati dai debiti e partecipano al gioco con l’unico scopo di salvarsi, sia fisicamente che economicamente; un chiaro riferimento alla condizione di molti giovani sudcoreani che descrivono il loro Paese come un inferno, in cui vivere è come vagare senza luce e senza sapere quando il buio scomparirà.

Non sono mancate le critiche da parte delle fazioni politiche, come rivela la serie, che hanno condannato l’intera competizione, vista come un esercizio di umiliazione da parte della destra, in quanto rivela al mondo intero le dinamiche riservate della Corea del Sud e un motivo di reale preoccupazione per la sinistra, per ciò che dice sulle caratteristiche nazionali.

Chi sono i partecipanti di questa competizione mortale?

In breve, le condizioni e i problemi finanziari portano 456 persone ad accettare uno strano invito a una competizione mortale in cui, con un’ingente somma di denaro in palio, vengono promesse soluzioni che idealmente dovrebbero risolvere le loro difficoltà. Ci viene mostrata inoltre la gamma di problemi che derivano da questo livello di disfunzione, mentre i personaggi cercano di affrontare questa profonda tensione, caratterizzata da modalità di comportamento inefficaci e disturbi della personalità.

Squid game foto prese dal film

Queste persone sono destinate a fallire in questa società, vittime di un sistema rivelatore del fatto che, a prescindere dalla somma vinta, nulla cambierà per loro e che sono destinate a rimanere attori di un dramma molto più grande di quanto possano mai immaginare. Squid Game è una finestra su una società assassina, spietata e corrotta, in cui il potere annulla i diritti e la stessa personalità dell’individuo e dove le regole non sono meno assurde e ciniche di quelle viscide e subdole, a cui siamo tutti sottoposti nel mondo reale. Le regole all’interno del gioco non sono infatti peggiori di quelle nella vita quotidiana di ogni partecipante. Squid Game è una tragedia, in parte favola horror e in parte un noir urbano, che dimostra come la vita quotidiana possa essere opprimente e insopportabile.

La psicologia di Squid game

A livello psicologico, Squid Game descrive con precisione quella che può essere definita la principale fonte di stress per l’essere umano contemporaneo, ovvero l’inferno economico in cui tutti noi, ricchi o poveri, viviamo. Un inferno economico che ha una doppia faccia, una sorta di rifugio, di sollievo fittizio, un mondo di forti gratificazioni, che permette alle persone di sopportare il sistema sempre più esigente, prosciugando continuamente la forza vitale. In questa serie vengono espresse velatamente tutte le fragilità che ci caratterizzano, dall’abuso di sostanze, ai disturbi genetici, oltre a una serie di variabili che incidono profondamente sul nostro destino. Inoltre, ognuno di noi è immerso in un sistema che si basa anche su aspetti piuttosto distonici, come la logica dei grandi numeri o sulla nozione di consumo di massa, consumismo e marketing, ciascun aspetto punto di una piramide gerarchica che altera la mente negativamente e crea un benessere capitalista. L’estremo contrario, quello dei diseredati e dei grandi poveri della terra, costituisce la base della piramide, mentre tra questi due estremi la classe media, a cui appartiene la maggior parte delle persone, vive un’esistenza turbolenta, sempre in bilico tra felicità e sciagura.

Questo equilibrio è ovviamente precario e la classe media protagonista di Squid Game si interfaccia sia con grandi opportunità, che con la prospettiva della rovina, qualora rifiutasse quanto ufficialmente decretato dal capitalismo (dall’acquisto di proprietà destinate a determinate modalità di impiego, fino alle già citate criptovalute). L’economia ci rende tutti prigionieri attraverso l’esigenza di guadagnare e contestualmente prosciugare i nostri stipendi. In questo contesto anche un momento di piacere diventa illusorio, ciò nonostante, continuiamo a sprecare denaro in abitudini malsane, in quelle trappole mortali che consideriamo le nostre “soddisfazioni”. Questa serie affronta questi aspetti brutali, mostrando un ciclo di dipendenze simili alla dopamina; il ciclo negativo del consumismo che ci alleggerisce tutti.

Molti commentatori hanno sostenuto che questa serie sia dannosa per i giovani. È evidente che vedono l’assenza di un’utilità educativa, poiché i ragazzi possono sicuramente capire che il gioco mortale non risiede nella competizione a cui sono sottoposti i concorrenti, ma in quella della società che la permette. Le scene di violenza e di omicidio mostrano come ad ogni singola persona uccisa, corrisponda una cruda rappresentazione dell’esasperazione individuale, poiché la vita di ogni partecipante è una vera e propria morte vivente e corrisponde ad una realtà ben peggiore di quella riprodotta nel gioco. 

È meglio vivere dentro o fuori Squid Game? 

Forse l’unica soluzione umana potrebbe essere una reale consapevolezza di ciò che sta accadendo intorno a noi.  Non esistono gli Hunger Games. Sono i giochi della devastazione spirituale. La conoscenza è l’unico vero mezzo di sopravvivenza. La fortuna fa solo parte del gioco. 

“Quello che vediamo nella serie è qualcosa che tutti possiamo capire perché ci riguarda direttamente. Ciò che vediamo è qualcosa che può accadere anche a noi e che può danneggiare sia noi stessi che le persone che ci circondano. Il vero messaggio che Squid Game vuole trasmettere è che dovremmo pensare di più agli altri. Nella serie si vedono giochi di sopravvivenza in cui c’è un conflitto tra le persone. Tuttavia, ci sono giochi in cui, senza unione, non si può sopravvivere. Molti spettatori pensano che ci siano scene di violenza indispensabili per creare audience e garantire il successo della serie, ma noi non l’abbiamo fatto per questo, bensì per far capire al pubblico da dove viene questa violenza, capire la causa, creare consapevolezza e quanto sia indispensabile l’unione tra le persone per non farsi sopprimere. Purtroppo, nessuna persona da sola può cambiare il mondo, ma tutti insieme, passo dopo passo, possiamo renderlo almeno un posto migliore”.

Lee Jung-jae (Giocatore 456) Firenze, aprile 2022

Credit: Foto scattate da Elena Caldera durante i 2 giorni di masterclass a Firenze con Lee Jung-jae

 Elena Caldera

Credit foto: Elena Caldera e tratte dal trailer di Squid game 

Grazie a Claire Palmer, adattato da David Erdos 

Traduzione Barbara Banchero