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Skincare coreana: dall’antichità ai giorni di oggi

Anche nell’antichità le donne tentavano di apparire al meglio e copiare le tendenze e canoni di bellezza del periodo storico. Le donne da cui prendere esempio in Corea erano le “Gisaeng”, donne che intrattenevano con balli e canti le varie personalità più importanti dell’epoca.

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Chi di voi aspiranti utenti di prodotti coreani per la cosmesi, non ha mai visto un drama storico coreano? Se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di correre ad aprire Netflix, o meglio ancora Viki Rakuten, per scegliere il vostro drama storico. Il mio preferito è “Moon Lovers Scarlet Heart Ryeo”, dove la protagonista, la idol IU, si ritrova, per uno scherzo del destino, a viaggiare indietro nel tempo durante il regno di Taejo, fondatore della dinastia Goryeo. Da ragazza qualunque che vende cosmetici, si ritrova a Palazzo Reale a fare amicizia con i principi dell’epoca. Non vi anticipo tutta la storia, tranquilli, ma ci sono molte scene dove la protagonista mette in pratica le sue conoscenze sulla cosmesi moderna, per creare creme di bellezza e bb cream, che aiuteranno un principe molto tenebroso, interpretato dall’ attore Lee Joon-gi.

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USO DI SAPONI E OLI NELL’ANTICHITA’

Fin dall’antichità, è stata sempre presente la figura del guaritore che spesso aiutava la popolazione grazie alla conoscenza di erbe mediche e radici. Già prima del regno di Silla (668-935 a.C.), sia uomini che donne facevano uso di scrub e unguenti per mantenere la pelle in salute, usavano polveri per farla apparire più chiara e cercavano di mantenere l’arco sopraccigliare molto sottile, complice l’influenza cinese.

Nel periodo della dinastia Goryeo, presero piede saponi detergenti derivanti dai fagioli mung, che messi ammollo in acqua, rilasciavano la famosa saponina. Veniva semplicemente fatta uscire la schiuma (potete vederla anche voi quando sciacquate i ceci in barattolo) e strofinata sulla parte interessata.

Gli Oli di pesca e albicocca venivano usati per illuminare la pelle, quelli di cartamo per idratare e quelli di camelia e castor per rendere lucidi i capelli.

Venivano già usate una sorta di maschere per illuminare e sbiancare il viso, realizzate dalle polveri del riso e miglio macinate e mescolate ad olio o acqua, così da attaccarsi al viso.

Il colorante per sopracciglia veniva estratto dalle ceneri vegetali nei colori marrone, nero e indaco. Mi piacerebbe tanto vedere un personaggio dell’epoca con le sopracciglia color indaco!

La tinta per le labbra e il blush venivano estratti dai fiori di cartamo.

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LA COSMESI NEL PERIODO JOSEON

Nel periodo della dinastia Joseon (1392-1897), con l’avvento del Confucianesimo, anche il make up venne influenzato dall’idea di enfatizzare la bellezza dell’animo, piuttosto che le apparenze: il trucco venne ancora più alleggerito, lasciando trasparire il candore e la vera bellezza al naturale. Questa idea di bellezza permane tuttora nel makeup coreano, il trucco c’è ma non si nota. In questo periodo storico, la produzione di cosmesi iniziò a crescere, le donne utilizzavano tonici da applicare sulla pelle del viso con estratti di cetriolo, erba madre e zucca, per idratare e purificare.

La cosa che mi ha sempre stupita è il consumo di collagene, che venne scoperto apportare molti benefici sin dall’antichità; già in questi tempi molte donne facevano impacchi con la pelle del maiale, che contiene una grande quantità di collagene. Se vi capita di mangiare porchetta ricordatevi di farvi dare la pelle, buonissima e croccante, da usare, così anche se metterete su qualche chilo, non vi sentirete in colpa perché avrete una pelle stupenda!

In questo periodo storico, la pelle senza imperfezioni veniva vista come segno nobile e soprattutto di buona salute.

Il periodo Joseon rappresenta un punto di svolta per la cosmesi e per una serie di “stereotipi femminili”, al quale la società dell’epoca andava incontro: la donna si doveva mostrare virtuosa, elegante e con un’apparenza ben curata. 

credit Pintarest

Sambaek le tre caratteristiche del bianco: bianco delle pelle, il bianco dei denti e il bianco degli occhi. Molto probabilmente perché una forma un po’ più rotonda, che lasciava intravedere la sclera, era più apprezzata). Samheuk le tre caratteristiche nere: capelli, pupille e sopracciglia.

Samhong le tre caratteristiche rosse: le guance, le labbra e le unghie. Per lo smalto non ne usavano uno proprio rosso, ma più tendente al pesca chiaro, ottenuto strofinando qualche fiore di quel colore.

GISAENG

Come noi al giorno d’oggi cerchiamo spesso di ispirarci a famose attrici e personaggi dello spettacolo, anche all’epoca le donne tentavano di apparire al meglio e copiare le tendenze e canoni di bellezza delle “Gisaeng”, donne che intrattenevano con balli e canti le varie personalità importanti dell’epoca. Esse erano considerate l’emblema della moda ed erano quelle che potevano osare di più con il trucco, in quanto donne che dovevano risultare per lavoro molto attraenti per i clienti. Nei drama storici, spesso le giovani protagoniste si ritrovano nelle case delle Gisaeng, dove subiscono un vero e proprio restyling dal trucco all’acconciatura, ai vestiti preziosi in seta. 

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Negli anni ‘20 la cosmesi giapponese dominava prettamente il mercato, frutto della colonizzazione di questi ultimi.

Dopo la Guerra di Corea, nel 1961 vennero bandite le importazioni dei prodotti esteri e quindi l’industria della cosmesi coreana iniziò a decollare.

Secondo il mio parere la Skincare Coreana è la migliore, ho provato una miriade di prodotti di varie marche sia italiane che francesi, ma nessuna ha avuto risultati così stupefacenti. La cosmesi coreana è molto avanzata a livello tecnologico rispetto al resto del mondo e fortunatamente si sta aprendo anche al mercato occidentale.

Vanessa Ranauro 

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Credits: Pinterest e foto copertina Pexel