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La pittura coreana di Park Dae-sung

L’Hallyu non si ferma al K-drama e al K-pop, adesso è il momento di sdoganare le altre bellezze nascoste della Corea: la pittura del maestro Sosan

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Durante la Korea Week, che si è tenuta a Roma dal 20 al 26 ottobre 2022, grazie all’Istituto Culturale Coreano in collaborazione con il Gana Art Center, è stata approntata una mostra d’arte intitolata “L’Era dell’Arte Coreana: The Eternal”. Si tratta di una mostra itinerante in diversi Paesi del mondo; dopo Roma, sarà la volta degli Stati Uniti.

La mostra all’Istituto Culturale Coreano a Roma ha ospitato una quindicina di quadri del celebre pittore coreano Park Dae-sung, chiamato in arte “Sosan”, ossia piccolo monte.

Il pittore è uno dei massimi interpreti della pittura tradizionale coreana e, per la prima volta, ha esposto le sue opere in Italia.

In realtà, presso la prestigiosa Los Angeles County Museum of Art, la Korea Center presso l’Università di Harvard e l’Hood Museum of Art alla Dartmouth College sono in esposizione altre personali dell’artista.

Scopriamo qualcosa di più sull’autore, chi è Sosan?

Nasce nel 1945, quando finalmente la Corea si rende indipendente dalla dominazione giapponese. La sua vita non è per nulla facile: durante la guerra di Corea perde sua madre all’età di tre anni, l’anno successivo suo padre e persino il braccio sinistro a causa dei partigiani. Eppure, nonostante la menomazione, Sosan a cinque anni prende in mano i pennelli e, da solo, impara l’arte della pittura tradizionale coreana, caratterizzata da inchiostro e acqua (Sumuk). Nel 1979 con l’opera “Sunglim”, acquerello e inchiostro che raffigura un campo nebbioso, vince il primo premio al Joongang Fine Art Prize e sale alla ribalta.

L’artista, oltre a usare una tecnica tradizionale di pittura coreana, aggiunge tocchi moderni e personali che conferiscono alle sue opere grande lustro. Famosi sono i “Sansuhwa”, ossia i paesaggi composti in armonia con acque e monti.

I quadri esposti all’Istituto Culturale Coreano rappresentano i capolavori del maestro Sosan, splendidi paesaggi fanno da contrappunto a nature morte.

Monte Inwang (inchiostro su carta) del maestro Sosan

Senza dubbio sono i paesaggi ad attirare l’attenzione del visitatore, con l’ampia metratura della tela che copre le pareti. Risalta la natura coreana che viene dipinta nella sua vera essenza.

Diffusasi verso la fine della dinastia Joseon (XIX sec.), l’arte Jinkyung è una pittura paesaggistica che vede come soggetto il panorama naturalistico coreano. A differenza delle opere di artisti dell’epoca, basate su vedute immaginarie, questa corrente si fonda su vere rappresentazioni del paesaggio coreano, dipingendo quindi la vera essenza delle cose. Sosan, tuttavia, non dipinge panorami specifici realmente esistenti, ma seleziona alcuni elementi della realtà che ha di fronte, combinandoli in modo originale e personale all’interno della sua opera. Nell’arte Jinkyung, dunque, la realtà diviene uno strumento per ritrovare gli ideali e la nostalgia per il passato.

Veduta inesplorata di Samneung di Sosan

Durante l’inaugurazione, a Roma il 20 ottobre, erano presenti l’Ambasciatore coreano, la Direttrice dell’Istituto Culturale coreano e la Curatrice della mostra del “Gana Art Center”. L’ambasciatore ha spiegato che la cultura coreana non è solo K-pop e K-drama, ma nasconde ancora tanti gioielli preziosi, come appunto i quadri del maestro Sosan. Nell’era dell’Hallyu, il maestro Sosan, rappresentante dell’organizzazione di pittura coreana, si pone l’obiettivo di diffondere la bellezza della pittura coreana, fatta di linee audaci e delicate che risaltano in questi mirabili paesaggi che catturano la vera essenza della Corea. Il maestro si è ritagliato uno spazio nel panorama artistico del suo Paese, coltivando uno stile pittorico unico e portando avanti la tradizione della pittura ad acqua e inchiostro. Negli anni 2000 Sosan è approdato al “Sin seo Hwa il Chae”, l’unione di pittura e calligrafia, dando massima espressione alla sua pittura.


Fabiana Andreozzi

Credit Foto Fabiana Andreozzi