Il Florence Korean Film Festival ha avuto il piacere di ospitare, tra le sue stars della
21esima edizione, Kim Han Min, il regista del film d’apertura del FKFF2023
“Hansan: Rising Dragon Redux” che riporta sullo schermo le gesta eroiche del
Generale Yin Sun-sin (interpretato dall’attore Park Hae-il).
Caterina Liverani, Curatrice della Sezione, ha presentato l’illustre ospite al
pubblico nella masterclass tenutasi, sabato 1 aprile, presso i locali del cinema La
Compagnia.
Un incontro caratterizzato da un improvviso blackout che, interessando i locali
interni dell’edificio, è durato diversi minuti senza, però, adulterare troppo
l’importante appuntamento col regista coreano Kim Han Min.
Il Direttore del FKFF2023, Riccardo Gelli, ha portato i saluti dell’Organizzazione e
si è ritenuto soddisfatto che “l’interesse per il cinema coreano fosse ben
rappresentato dal folto pubblico in sala e nelle giornate del Film Festival.”
“E’ bello farlo a Teatro” esordisce così il regista Kim Han Min che accomodandosi
e indossando gli occhiali avvia, di fatto, la sua masterclass a Firenze.
La curatrice Liverani ha ricordato nuovamente la bellezza e lo stile del film storico
di Kim visto solo poche ore prima e ha ricordato il precedente incontro col regista
coreano, avvenuto nel 2015, quando presentò “Roaring Currents” (da noi noto come
“L’Impero e la Gloria”), film che ottenne una candidatura all’Asian Film Awards.
Alla domanda posta dalla curatrice Liverani, dal punto di vista storiografico come
ha proceduto per ‘costruire’ un progetto storico, strutturarlo in una trilogia e se è
stato coadiuvato da esperti storici, Kim Han Min ha affermato che:
non ci sono stati dei veri esperti di storia coinvolti nel lavoro. Più che altro, dopo aver finito il primo film, “Roaring Currents”, sono stato contattato da persone esperti dell’Ammiraglio Yin Sun-sin.
Il regista Kim rammenta come mettevano in discussione alcune scene del film
dovute all’assenza di dati storici attendibili a cui fare riferimento. “Quando ribattevo
sul fatto che nessuno di noi contemporanei era presente agli eventi storici – ha
dichiarato il regista – non hanno più replicato.”
Mi sono basato molto sul diario dell’Ammiraglio Yin Sun–sin nel quale è riportato a grandi linee, in realtà, tutte le battaglie che ha intrapreso. Nel diario non ci sono tanti dettagli, soprattutto nelle battaglie di Myongnyang
e di Hansan-do. Per quanto riguarda, invece, l’ultima battaglia a Noryang, non ci sono testimonianze, perché l’Ammiraglio è venuto a mancare in combattimento. Per cui basandomi sul diario sono arrivato a delle deduzioni pur portandoci una prospettiva molto mia personale.
Spronato dalla curatrice Liverani, il regista coreano ha rivelato che sì, ha avuto
diversi momenti di frustrazione dovuti dalle non poche difficoltà incontrate
durante la realizzazione del film, un progetto complesso e gli sforzi impiegati
nell’attenersi, quanto possibile, alle poche fonti a propria disposizione.
“Se parliamo di difficoltà vi posso raccontare quelle che ho riscontrato nella
realizzazione del film ‘Roaring Currents’ – ha dichiarato Kim Han Min – la metà
delle riprese è avvenuto sulla terraferma e metà in mare. Sono stati numerosi gli
imprevisti nelle scene girate in mare e non sempre avevamo il livello di alta sicurezza
per girare. Cosa diversa invece per quanto concerne il film ‘Hansan: Rising Dragon
Redux’ – svela Kim – il 100% delle scene sono in computer grafica, per cui anche
quelle in mare.”
L’interruzione elettrica dovuta a un guasto interno, ha distinto la seconda
masterclass in cartellone. Potremo definirlo (permetteteci una licenza poetica),
l’incontro al buio con il regista Kim Han Min, un buio funzionale, alla fine, poiché
ha reso più diretto, a tratti intimistico, il rapporto istauratosi tra pubblico e regista,
malgrado l’inconveniente.
L’illustre ospite ha annunciato che il suo film è in visione anche in Giappone e si è
soffermato a parlare dei rapporti che vigevano, nel 1500, tra i due Paesi. In quel
tempo, ad esempio, “quella guerra non era intesa tra due Paesi ma tra quello che era
giusto e non lo era.”
“Una curiosità che voglio raccontarvi – conclude il regista Kim, mentre in sala torna
l’illuminazione – è che, in Giappone, l’opinione generale del film è buona. Esso non è
avvertito come antigiapponese. Apprezzano, ad esempio, la descrizione ben curata
dei soldati giapponesi dell’epoca e la reazione al film è positiva.”
E’ tempo dei saluti e il regista Kim Han Min si congeda dal suo pubblico tra gli
applausi e la consapevolezza che anche in Italia le gesta del Generale Yin Sun-sin
sono note e apprezzate attraverso i suoi lungometraggi.